martedì 10 marzo 2015

IL MIRACOLO DELL'OSTIA PROFANATA

Sull'opera: Il "Miracolo dell'ostia profanata" è un ciclo di sei dipinti autografi di Paolo Uccello realizzati con tecnica a tempera su tavola intorno al 1465-69, misurano tutti 33 x 58,5 per un assieme di cm. 43 x 351. Il complesso pittorico, insieme alla Pala di Giusto di Gand (Gand, 1430 circa – 1480 circa), è custodito nella Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino. 
I presenti riquadri in origine fungevano da predella alla "Pala del Corpus Domini" (cm. 331 x 335, anno 1472-74) di Giusto di Gand, già nella chiesa urbinate del Corpus Domini. Il complesso pittorico fu commissionato dalla confraternita del Corpus Domini.

La chiesa venne demolita e la pala di Giusto fu trasferita al Collegio degli scolopi ove vi rimase, abbandonata nelle soffitte, fino al 1861, quando venne ritrovata in pessime condizioni, scrostata in molte zone, bucherellata da grossi chiodi e scolorita in più punti, da far presupporre un impiego più svariato della tavola per i lavori murari e d'impalcatura. Quello stesso anno fu sottoposta a ripulitura e quindi trasferita alla Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino.
Nel 1954 un nuovo restauro, eseguito dal Tintori, ha eliminato le vaste ed improprie ridipinture cinquecentesche, facendo riaffiorare la pregiata narrazione pittorica, specialmente nel fondo – a destra – ove è raffigurato l'ultimo episodio.
La predella, di Paolo Uccello, invece è composta da un ciclo di sei episodi:
1.     Primo episodio: una donna cerca di vendere l'ostia consacrata a un mercante ebreo per riscattare un mantello.
2.     Secondo episodio: qui si verifica il sacrificio: l'ostia viene posta alle fiamme, ma inizia a versare sangue davanti ai sacrileghi, mentre al di là della parete alcuni uomini armati cercano di sfondare la porta d'accesso.
3.     Terzo episodio: una processione ha raggiunto la chiesa per la riconsacrazione della particola.
4.     Quarto episodio: recano la donna sacrilega al supplizio, mentre appare un angelo dal cielo;
5.     Quinto episodio: qui viene raffigurato il rogo della famiglia del mercante ebreo, esso compreso.
6.     Sesto episodio: due diavoli e due angeli, davanti ad un altare, si stanno contendendo il corpo della donna.

Alcune documentazioni evidenziano la presenza ad Urbino di Paolo Uccelli dal 1465. Altri documenti attestano che l'artista riscosse, dall'agosto 1467 all'ottobre 1468,  diversi compensi dalla compagnia del Corpus Domini. Tuttavia, nel corso degli stessi anni, la compagnia stava concludendo accordi con altri pittori. Nel 1469, dopo che l'Uccello lasciò Urbino, giunse in città Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 1416/1417 circa – Borgo Sansepolcro, 1492) per avere dei contatti con la compagnia e per vedere la "taula per farla" (fonte: Pungileoni). Inoltre in un documento si indica che nel 1473 la Pala del Corpus Domini con l'Eucarestia per l'altar maggiore era commissionata a Giusto di Gand. A tal proposito Pope-Hennessy ipotizzò che la Pala fosse stata inizialmente affidata a Paolo, che dipinse la presente predella e inizio a disegnare la tavola principale; ma, non riuscendo – nel corso della realizzazione – a soddisfare la committenza, venne esonerato dall'incarico primario, che fu proposto a Piero della Francesca e, poi, a Giusto di Gand.

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