Sull'opera: Il "Miracolo dell'ostia profanata" è un
ciclo di sei dipinti autografi di Paolo Uccello realizzati con tecnica a
tempera su tavola intorno al 1465-69, misurano tutti 33 x 58,5 per un assieme
di cm. 43 x 351. Il complesso pittorico, insieme alla Pala di Giusto di Gand
(Gand, 1430 circa – 1480 circa), è custodito nella Galleria Nazionale delle
Marche ad Urbino.
I presenti riquadri in origine fungevano da predella alla
"Pala del Corpus Domini" (cm. 331 x 335, anno 1472-74) di Giusto di
Gand, già nella chiesa urbinate del Corpus Domini. Il complesso pittorico fu
commissionato dalla confraternita del Corpus Domini.
La chiesa venne demolita e
la pala di Giusto fu trasferita al Collegio degli scolopi ove vi rimase,
abbandonata nelle soffitte, fino al 1861, quando venne ritrovata in pessime
condizioni, scrostata in molte zone, bucherellata da grossi chiodi e scolorita
in più punti, da far presupporre un impiego più svariato della tavola per i
lavori murari e d'impalcatura. Quello stesso anno fu sottoposta a ripulitura e
quindi trasferita alla Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino.
Nel 1954 un nuovo
restauro, eseguito dal Tintori, ha eliminato le vaste ed improprie ridipinture
cinquecentesche, facendo riaffiorare la pregiata narrazione pittorica, specialmente
nel fondo – a destra – ove è raffigurato l'ultimo episodio.
La predella, di Paolo
Uccello, invece è composta da un ciclo di sei episodi:
1.
Primo episodio: una donna cerca di vendere l'ostia consacrata a un
mercante ebreo per riscattare un mantello.
2.
Secondo episodio: qui si verifica il sacrificio: l'ostia viene
posta alle fiamme, ma inizia a versare sangue davanti ai sacrileghi, mentre al
di là della parete alcuni uomini armati cercano di sfondare la porta d'accesso.
3.
Terzo episodio: una processione ha raggiunto la chiesa per la
riconsacrazione della particola.
4.
Quarto episodio: recano la donna sacrilega al supplizio, mentre
appare un angelo dal cielo;
5.
Quinto episodio: qui viene raffigurato il rogo della famiglia del
mercante ebreo, esso compreso.
6.
Sesto episodio: due diavoli e due angeli, davanti ad un altare, si
stanno contendendo il corpo della donna.
Alcune documentazioni evidenziano
la presenza ad Urbino di Paolo Uccelli dal 1465. Altri documenti attestano che
l'artista riscosse, dall'agosto 1467 all'ottobre 1468, diversi compensi
dalla compagnia del Corpus Domini. Tuttavia, nel corso degli stessi anni, la
compagnia stava concludendo accordi con altri pittori. Nel 1469, dopo che
l'Uccello lasciò Urbino, giunse in città Piero della Francesca (Borgo Sansepolcro, 1416/1417 circa – Borgo Sansepolcro, 1492) per
avere dei contatti con la compagnia e per vedere la "taula per farla"
(fonte: Pungileoni). Inoltre in un documento si indica che nel 1473 la Pala del
Corpus Domini con l'Eucarestia per l'altar maggiore era commissionata a Giusto
di Gand. A tal proposito Pope-Hennessy ipotizzò che la Pala fosse stata
inizialmente affidata a Paolo, che dipinse la presente predella e inizio a
disegnare la tavola principale; ma, non riuscendo – nel corso della
realizzazione – a soddisfare la committenza, venne esonerato dall'incarico
primario, che fu proposto a Piero della Francesca e, poi, a Giusto di Gand.
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